
Oramai è diventato uso comune utilizzare i codici a barre come metodo per identificare componenti e/o prodotti o per imputare codici di vario tipo velocemente e senza errori. Ma esistono molteplici tipi di codici a barre con diverse caratteristiche per diversi utilizzi anche in base al tipo di dato da leggere.
Ma come funziona un codice a barre?
Un codice a barre è una sequenza di spazi bianchi e spazi neri codificati in varie maniere. Il lettore emette un raggio (con un CCD o con un laser) e legge la luce riflessa dalle righe bianche e nere capendo la sua composizione (ne parleremo meglio prossimo articolo). La composizione di quei tratti bianchi e neri cambia da tipo a tipo codice. Cambia come sequenza, come tipi di spessori presenti (2 o più) e dal numero delle righe presenti (codici 1D o 2D).
EAN 8 EAN13: sveliamo il funzionamento dei codici a barre più comuni
I codici più comuni che trovate tipicamente al supermercato sono i codice EAN8 ed EAN13. EAN significa European Article Number; 8 o 13 per il numero di digit (SOLO NUMERICI) che possono presentare. Ricordiamoci però che l’ultimo digit è un carattere di controllo che viene calcolato con un algoritmo per essere sicuri di aver letto giusto. L’EAN-8 è di solito usato per mercato interno o dove non si riesce a far stare l’EAN13 che è più grande. L’Ean-13 usato per mercato globale ed è strutturato con:
I primi due caratteri identificano dove è stata richiesta la codifica da chi detiene il marchio del prodotto (per esempio l’Italia è indicata dalle cifre 80 e 83; Spagna 84; 40-44 Germania; 30-37 Francia; 00-13 Canada ed Usa. Quindi se il prodotto non comincia con 80-83 sapete che non è una azienda italiana). Il codice iniziale 2 è destinato per usi all’interno del punto vendita ad esempio le etichette che vi mettono sulle confezioni interne come salumi o formaggi per avere il prezzo.
Le successive 5 cifre identificano il produttore, Codice assegnato da un ente detto INTICODE che garantisce l’univocità del codice azienda.
Le altre 5 cifre identificano il prodotto all’interno del produttore.
Il tredicesimo carattere è il check digit di controllo.
Come creare e stampare i codici a barre?
Da quanto esposto appare evidente che non possiamo crearci in casa dei codici a barre a casaccio se vanno all’esterno dell’azienda. Pensate se al supermercato si trovassero due codice a barre eguali che identificano prodotti totalmente diversi. Sarebbe il caos!
Come detto i codice EAN trattano solo codici numerici di 7 e 12 caratteri utili (l’ultimo ricordiamoci che è un check digit). Se ci servono codici a barre sempre numerici ma più lunghi dobbiamo usare codici come CODE128 o CODE 2/5.
Tutti questi codici devono essere stampati usando dei font particolari ma soprattutto calcolando quello che è da scrivere (se prendete il numero che vi serve stampare e lo stampate così com’è usando il relativo font, quello che ottenete è un codice illeggibile).
Ricordiamo che E2000 supporta la stampa di tutti questi codici.
Al prossimo Crossware per gli altri tipi di font (alfanumerici e 2D) ed i tipi di lettori.