
“IoT” è l’acronimo di “Internet of Things”, ossia internet delle cose, e si riferisce ad un approccio innovativo e dinamico degli esseri umani con gli oggetti e il mondo circostante, mediante l’interazione con Internet. Il concetto di “internet delle cose” sta prendendo sempre più piede nella vita quotidiana, se pensiamo, ad esempio, a come molti oggetti stanno progressivamente acquisendo una sorta di intelligenza propria, che permette loro di interagire con le persone grazie ad una serie di informazioni veicolate attraverso la Rete. Un contesto intelligente permette, ad esempio con la domotica, un maggiore risparmio energetico in casa oppure un aiuto concreto alle persone disabili, ma le applicazioni spaziano fino al mondo del biomedicale, aeronautica, robotica e smart cities, in un’ottica di semplificazione ed efficientamento della vita.
La scorsa estate, tuttavia, ha fatto molto scalpore il caso di Fiat Chrysler Automobiles che negli Stati Uniti si trova a dover affrontare il problema di 1,4 milioni di auto a rischio di attacco hacker via Internet: il problema risiede nell’apparato Uconnect, che permette di gestire in modo integrato ed intelligente le funzioni di navigazione e di gestione dell’autovettura. A seguito di una serie di test è stato dimostrato che il sistema Uconnect può essere violato da un attacco informatico semplicemente attraverso l’indirizzo IP, con conseguente rischio potenziale di accesso non autorizzato ed illegale ai sistemi del veicolo.
Seppure è vero che si tratta del primo caso rilevato in campo automobilistico e che la manipolazione del software in questione richiede competenze informatiche e strumentazioni di alto livello, tuttavia questo episodio porta nuovamente alla ribalta il tema molto dibattuto del controllo, privacy e sicurezza dei dispositivi IoT. Secondo il Business Insider Intelligence Survey condotto nell’ultimo quadrimestre del 2014, il 39% degli intervistati sostiene che la sicurezza sia il problema più pressante nell’adozione di questi nuovi dispositivi, con la possibilità che il rischio di attacchi cibernetici globali diventino una minaccia reale.
In questo senso probabilmente c’è ancora molto lavoro da fare, dato che le aspettative di sviluppo nei prossimi cinque anni ipotizzano 26-30 miliardi di oggetti connessi a livello globale. Per fare un raffronto, oggi in Italia si contano circa 8 milioni di oggetti interconnessi tramite SIM cellulare (+33% rispetto all’anno precedente), per un valore di mercato di 1,15 miliardi di euro (+28%) e 4,5 milioni di auto connesse principalmente grazie a box GPS/GPRS per la localizzazione del veicolo e la registrazione dei parametri di guida a scopo assicurativo.