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Codice della crisi di impresa al via dal 01 settembre: sei consapevole di come sta andando la tua azienda?

Il decreto legislativo 14/2019 ha riformato la legge fallimentare istituendo il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza.

Il Decreto Liquidità n. 23/2020 art. 5 ne ha prorogato l’entrata in vigore al 1° settembre 2021.

La normativa stabilisce che dal 1° settembre 2021, tutte le aziende hanno l’obbligo di tenere monitorato il proprio stato di salute con dei parametri definiti “indici di allerta” e comunicare alle strutture dedicate o (OCRI) eventuali stati di possibile crisi e fallimento.

Il codice di crisi di impresa fornisce ulteriori strumenti per avere una diagnosi  anticipata sullo stato di difficoltà aziendale al fine di poter intervenire per tempo nelle situazioni di crisi o difficoltà con opportuni piani di risanamento.

Secondo la normativa viene definita ‘crisi di impresa’:

“lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici a far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate“.

Quali sono dunque gli indicatori da tenere in considerazione?

Sicuramente primo tra tutti il patrimonio netto che se è negativo evince una presunzione di crisi.

Se invece il patrimonio netto è positivo viene valutato il parametro sul rapporto di copertura del servizio del debito (Debt Service Coverage Ratio) DSCR che analizza i tempi nel medio e lungo termine con i quali un’azienda è in grado di assolvere ai propri debitori. Il DSCR viene calcolato con il rapporto tra cash flow previsto per i 6 mesi successivi e le quote capitale dei finanziamenti a medio/lungo termine; il risultato deve essere superiore ad 1.

Infine, nel caso in cui il DSCR non sia disponibile o attendibile, si procede con la valutazione di 5 ulteriori indicatori che sono valutati con diverse soglie in base al settore a cui appartiene l’impresa. Questi indici sono:

  • indice di sostenibilità degli oneri finanziari (rapporto tra gli oneri finanziari ed il fatturato)
  • indice di adeguatezza patrimoniale (rapporto tra patrimonio netto e debiti totali);
  • indice di ritorno liquido dell’attivo (rapporto tra cash flow e attivo);
  • indice di liquidità (rapporto tra attività a breve termine e passivo a breve termine);
  • indice di indebitamento previdenziale e tributario (rapporto tra l’indebitamento previdenziale e tributario e l’attivo).

La nuova disciplina vuole attivare una logica di prevenzione, mettendo in atto   una serie di procedure di allerta, il cui scopo è la tempestiva individuazione delle situazioni di crisi aziendale e, attraverso le opportune azioni correttive, a salvaguardare la continuità aziendale.

Ricordiamo che in E2000 abbiamo esistono vari strumenti che permettono di monitorare l’andamento aziendale. Tra questi segnaliamo:

  • l’analisi finanziaria per il controllo dei flussi di cassa, della situazione bancaria, del cash flow aziendale al fine di fare investimenti pianificati e strategici;
  • Il controllo di gestione per la redazione di bilancini mensili che permettono di monitorare la propria situazione finanziaria e amministrativa, in modo da intervenire subito su eventuali scelte aziendali non idonee che, se prese in tempo, possono permettono di evitare spiacevoli sorprese sul bilancio di fine anno;
  • Riclassificazione di bilancio con bilanci statistici ed elaborazione di indici per prendere le giuste decisioni e programmare il futuro senza incertezze

Verificate il calendario corsi di giugno, saranno approfonditi questi argomenti.